Giovedì 4 dicembre è mancato Luciano Arreghini, nostro importante socio e caro amico.
Luciano, nato il 17 settembre 1951, ha vissuto a Cinto Caomaggiore (Ve) fino alla fine degli anni sessanta quando si è traferito a Padova per frequentare la facoltà di Medicina. Ha partecipato attivamente alle lotte studentesche degli anni ‘70 con particolare impegno all’interno della casa dello studente “Fusinato”. Da allora ha continuato risiedere a Padova o in provincia di Padova, tranne che per un periodo di circa 20 anni quando ha dimorato a Gruaro (Ve), paese vicino al natio Cinto Caomaggiore. È stata comunque una residenza spesso virtuale in quanto per diversi anni ha girato il mondo come cooperante, soprattutto in Africa (Mozambico, Angola, Etiopia) sovente insieme alla sua compagna Clara Frasson. In questi ultimi anni è vissuto a Pontelongo (Pd).

Parlare di Luciano non è facile per chi ha potuto godere della sua amicizia fin dai primi anni settanta, anche perché era una persona molto attenta all’uso e al significato delle parole. E questo sua peculiarità imbarazza specialmente in questo momento triste quando si ha la sventura di dover scrivere di lui al passato. Ci permettiamo solo di dire che era una persona integralmente e rigorosamente umana. Se per umano intendiamo un umanesimo che si fa carico di difendere e sostenere i più deboli di ogni specie vivente, animale o vegetale, e che lotta contro ogni forma di sopruso, contro ogni potere politico ed economico che ha come priorità lo sfruttamento indiscriminato.

Molto importante è stato il contributo dato da Luciano alla nostra Associazione. Soprattutto nel periodo che ha abitato a Gruaro è stato sempre molto presente e attivo. Ci ha dato un grande aiuto nella preparazione dei testi per le nostre pubblicazioni. Ci ha fornito lui stesso dei notevoli testi poetici. Ci ha permesso di pubblicare una sua affascinante novella dal titolo Zaira: un viaggio avvincente ed enigmatico che ha come protagonista una gatta con la coda a forma di punto interrogativo.

Era molto legato alle esperienze fatte in giovane età nell’ambiente naturale di Cinto. Per lui contavano molto i fossi, i canali, gli alberi e tutto il variegato humus che viveva nei terreni paludosi delle risorgive ed ha molto sofferto quando il cosiddetto boom economico (arrivato nei paesi con dieci anni di ritardo), per costruire fabbriche ed autostrade, ha distrutto o trasformato radicalmente l’ambiente naturale e cambiato gli abitanti, tramutandoli da produttori di beni essenziali in consumatori.
Abbiamo perso un caro amico che con arguzia, fantasia e grande capacità fabulatoria ci sosteneva e stimolava.
Giovedì 11 dicembre alle ore 15.00 nella Sala del Commiato del Cimitero Maggiore di Padova verrà dato l’ultimo saluto a Luciano


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