di Lenci Sartorelli

Pasolini era molto conosciuto in zona anche prima che diventasse famoso a Roma. Mi è capitato qualche volta di vederlo in treno, ricordo che quando lui c’era si notava in certo movimento. Tutti i ragazzi universitari si spostavano nel vagone dove era seduto Pasolini per chiedere qualche consiglio o solo per poter ascoltare qualche suo commento.

Una volta per combinazione mi trovai nel suo stesso scompartimento e così ebbi modo di sentirlo parlare di certe erbe molto comuni nella nostra zona, con le quali si potevano ottenere dei bei colori per dipingere.

Vari anni dopo, il 30 agosto 1969, venne a farmi visita a Portogruaro la pittrice Matelda Capisani e mi chiese di accompagnarla a Grado, per poter partecipare alla prima della proiezione del film Porcile di Pasolini. In realtà il film veniva presentato in quello stesso giorno alla Biennale Cinema di Venezia, per iniziativa del produttore, ma Pasolini per protesta aveva deciso di organizzare una contro-prima a Grado, dove stava girando il film Medea con Maria Callas.

Matelda disponeva di un invito e ci teneva ad essere perché conosceva bene Pasolini. La proiezione fu fatta di mattina nel cinema Cristallo: la sala era stracolma di persone e molte di queste erano autorevoli personalità del mondo culturale italiano. Dopo la proiezione iniziò la conferenza e furono parecchie le domande a cui il regista rispondeva pacatamente.

Eravamo nelle prime file, poco distanti dal regista e anche la mia amica chiese di poter intervenire: prendendo spunto dal protagonista del film che muore mangiato dai porci, si espresse con un monito più che con una domanda – Stai attento potresti fare la stessa fine.

E lui rispose – Ha ragione, lo so.

Disse quelle parole con un blando sorriso che sembrava quasi un’alzata di spalle, una rassegnata accettazione del tragico destino che sarebbe andato incontro.

Le immagini: “Omaggio a Pasolini” di M. De Vecchi, lito su pietra 1996; “Ritratto di Pasolini” di Julia Populin, lito su alluminio 2011; Il manifesto del film “Porcile” disegnato da Angelo Cesselon nel 1969

Dal libro “La memoria dipinta”, edito dall’Associazione Toulouse Lautrec nel 2014

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *